Orchestra Sinfonica di Milano - Articoli

In alto le bacchette!

Corso sulla Storia della Direzione d’orchestra

Pubblicato il 08/04/2025

La figura del direttore d’orchestra ha sempre affascinato il pubblico e ha subito nel corso dell’ultimo secolo una straordinaria evoluzione: da demiurgo tirannico in contatto medianico col compositore a democratico alleato delle orchestre e dei cantanti, fino all’irrompere i una nuova generazioni di direttori e direttrici d’orchestra.

Che cosa fa il direttore d’orchestra? È il tiranno dell’orchestra o il servitore del compositore? Che cosa rende “grande” una interpretazione: il lavoro certosino nelle prove o la travolgente gestualità al momento del concerto?
Guidato da queste e altre domande, Marco Brighenti nel corso dedicato alla Direzione d’orchestra cercherà di delineare ed esplorare questo mondo affascinante cercando di conoscere alcuni grandi direttori d’orchestra attraverso l’ascolto e il confronto, la visione di momenti di prove orchestrale e il confronto diretto fra le differenti tecniche gestuali, dai grandi geni del passato alle nuove leve, parlando sia di grandi direttori del passato come Fürtwangler e Karajan, per giungere fino alle più affermate bacchette dei nostri giorni (da Petrenko a Currentzis).

Come è nata la direzione d’orchestra?
Ci sono poche informazioni su come venivano dirette le prime opere, all'inizio del XVII secolo. Le forze strumentali richieste per opere come l'Orfeo di Monteverdi (1607) e il Sant'Alessio di Landi (1632) sono abbastanza piccole da consentire ai musicisti di seguire direttamente i cantanti e di suonare i ritornelli senza segnali visivi. La pratica del battere il tempo, tuttavia, era già ben consolidata nel canto corale. I trattati del XVI e XVII secolo descrivono come segnare il tempo con la mano, e disegni e incisioni contemporanee mostrano i battenti del tempo che dirigono i cantanti agitando un fascio di musica arrotolata. Un'incisione della première dell'Alceste di Lully (1674) mostra un uomo, forse lo stesso Lully, in piedi tra gli strumentisti, di fronte al palco e che batte il tempo in questo modo; questa è forse la prima testimonianza di battere il tempo in un'esecuzione operistica. Le liste paga mostrano che il compositore era spesso presente alla tastiera.

Con il progressivo aumento degli organici delle orchestre operistiche nel corso del XVIII secolo e con la maggiore complessità della relazione tra voci e strumenti nell'opera italiana, si sviluppò un sistema di doppia leadership in cui l'esecuzione era diretta sia dal clavicembalista che dal primo violinista. Il clavicembalista, chiamato maestro, era spesso il compositore; era consuetudine in molti teatri d'opera che il compositore presiedesse il clavicembalo per le prime tre esecuzioni di un'opera. Dirigeva suonando la parte del basso e la sua realizzazione accordale; occasionalmente segnava il tempo agitando le mani o battendo i piedi. Il primo violinista, chiamato capo d’orchestra (Konzertmeister in Germania), guidava suonando la sua parte ad alta voce e con ampi gesti fisici (Wahrheiten). Alcune fonti suggeriscono che il maestro fosse responsabile principalmente dei cantanti, il capo d’orchestra degli strumentisti; altre fonti, in particolare verso la fine del XVIII secolo, lamentano che le linee di autorità erano confuse e che la doppia leadership creava confusione. All’Opéra di Parigi nel XVIII secolo, un batteur de mesure segnava il tempo in modo udibile colpendo un grande bastone contro un leggio o la parte anteriore del palco. Nonostante le lamentele di Rousseau e di molti altri, questa pratica continuò fino al XIX secolo. È tuttavia probabile che il battito udibile fosse intermittente piuttosto che costante e che servisse principalmente a coordinare il coro e i ballerini sul palco piuttosto che a controllare i cantanti solisti o gli strumentisti.
Herbert von Karajan
La direzione d’orchestra divenne prevalente nell’opera durante la prima metà del XIX secolo. A volte il battitore del tempo era il maestro che abbandonava la sua tastiera, come fece B.A. Weber a Berlino dal 1792; a volte era il violinista principale che abbandonava il suonare e dirigeva con l'archetto, come François-Antoine Habeneck a Parigi negli anni '20 dell'Ottocento. Il vecchio sistema di doppia direzione persistette, tuttavia, in Inghilterra e in Germania fino agli anni '30 e '40 dell'Ottocento, in Italia fino agli anni '60 dell'Ottocento. Quando il battitore del tempo si trasformò in direzione, i direttori iniziarono ad assumere il controllo di più aspetti dell'esecuzione. A Dresda negli anni '20 dell'Ottocento Weber provò l'interpretazione, disse ai cantanti come muoversi sul palco e supervisionò la scenografia, i costumi e gli effetti. Entro la seconda metà del XIX secolo il ruolo e l'autorità del direttore erano chiari e stabiliti tanto che musicisti come Wagner, Angelo Mariani e Mahler poterono diventare famosi come direttori d'orchestra indipendentemente dalle loro attività di strumentisti o compositori.


Dopo la morte di Mahler, che rimane uno dei più grandi direttori del suo tempo, si susseguirono una serie di grandi nomi, a cui è certamente legata l’idea del direttore come custode del fuoco sacro e grande interprete della musica, a partire da Arturo Toscanini passando per Herbert von Karajan, Wilheim Furtwängler e Carlos Kleiber, fino a Claudio Abbado. Molti di loro troveranno l’incoronamento della loro carriera a Bayreuth, al festival wagneriano, a partire dal 1951 quando il Festival riaprì i battenti dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Dopo Hans Richter e Levi, i direttori che si sono esibiti lì hanno incluso la maggior parte dei grandi interpreti wagneriani del secolo scorso, in particolare Mottl, Strauss, Muck, Arturo Toscanini, Wilheim Furtwängler, Knappertsbusch, Krauss, Herbert von Karajan, Kempe, Sawallisch, Böhm, Horst Stein, Boulez, Carlos Kleiber e Solti.

Hans Schließmann, silhouette di Gustav Mahler

Valentina Trovato

Vuoi restare aggiornato sulle nostre attività? Iscriviti alla newsletter!

Privacy Policy

@ sinfonicami

Con il contributo di

MiC Logo

Fondatori Istituzionali

Logo Lombardia Logo Comune Milano

Fondatori Promotori

Logo Città Metropolitana Logo Camera di Commercio Logo Banco BPM Logo Pirelli Intesa Sanpaolo Logo

Con il sostegno di

Fondazione Cariplo Logo

Partner

A2A Logo Forestami

Sponsor Tecnici

ATM Logo Bigi Blu Logo

Media Partner

Rai Cultura Logo Corriere della Sera Logo
Come contattarci
Biglietteria: Largo Gustav Mahler, Milano
La biglietteria è aperta da martedì a domenica, dalle 10.00 alle 19.00
T. 02 83389.401
[email protected]
Auditorium di Milano
Largo Mahler
Milano
M.A.C.
Piazza Tito Lucrezio Caro 1
Milano
© Fondazione Orchestra Sinfonica e Coro Sinfonico di Milano Giuseppe Verdi
Piazza Tito Lucrezio Caro, 1 - Milano
C.F. 97119590152 - P.IVA 11024950153