Venerdì 30 maggio e domenica 1° giugno il violoncellista Daniel Müller-Schott torna all’Auditorium di Milano dopo una lunga attesa con uno dei più straordinari lavori scritti per violoncello e orchestra: il Concerto in Si minore op. 104 di Antonìn Dvořák.
Il violoncellista, definito dal New York Times con una "intensa espressività" e come un "musicista senza paura, con una tecnica da urlo", aveva già debuttato l’Orchestra Sinfonica di Milano nel lontano 2010 con un programma romantico che univa il Concerto per violoncello di Schumann alla Sinfonia “Tragica” di Mahler.
Per il debutto con l’Orchestra, il musicista, già allora tra i nomi più prestigiosi del panorama internazionale, aveva scelto proprio il Concerto di Schumann, quello che lo fece innamorare dello strumento ascoltando Yo yo Ma suonarlo alla Herkulessal quando aveva 5 anni in una prova a cui lo aveva portato la madre.
“Rimasi soggiogato dal suono dello strumento e dal modo di suonare di Yo Yo Ma; un fascino anche fisico: mi colpiva quel suo abbracciare lo strumento”, così ricordava in un’intervista di Enrico Parola sul Corriere della sera del 13 ottobre 2010.
Un giovanissimo talento della musica, che dopo quell’incontro fatale con Schumann si dedica con fatica e desiderio allo studio. Nel suo percorso ci sono importanti maestri, da Walter Nothas, Heinrich Schiff e Steven Isserlis. La svolta è avvenuta quando incontra Anne-Sophie von Mutter, musa di Karajan, e la sua fondazione per giovani talenti e gli offrì una masterclass con il grande musicista russo Mstislaw Rostropovich (“mi pagò il viaggio per Parigi e uno strumento nuovo. Fu un’emozione incredibile trovarmi al suo cospetto; mi chiese di suonargli Šostakovič e Prokof’ev, Dvořák e Saint-Saëns”.
All'età di quindici anni, vince il primo premio al Concorso internazionale Čajkovskij per giovani musicisti nel 1992 a Mosca.